Bovini

Uno dei più grandi rischi che corre un allevamento è quello delle infezioni da enteriti nei vitelli.
In particolare, la diarrea nel vitello neonato (NCD) è una malattia multifattoriale, risultante dall’interazione tra l’animale e gli agenti patogeni dell’ambiente in cui si trova.


Essa causa ingenti perdite economiche dovute all’alto tasso di mortalità (tra il 4,9% e il 35%), agli elevati costi di trattamento e al ridotto incremento ponderale del vitello.

Gli effetti sistemici della diarrea neonatale dei vitelli sono caratterizzati prevalentemente da due eventi: la perdita di fluido extracellulare ed elettroliti e il malassorbimento dei carboidrati con la loro successiva fermentazione nell’intestino e conseguente D-lattacidosi. La riduzione (spesso estrema) del volume del fluido extracellulare dà origine a segni clinici quali infossamento dei bulbi oculari, perdita dell’elasticità cutanea, ipotermia, coma.

Il tasso di sopravvivenza in vitelli diarroici che hanno ricevuto PlasmaLife Calf per via endovenosa nelle prime fasi della malattia è stato del 93%, significativamente maggiore rispetto al tasso di sopravvivenza dei vitelli che avevano ricevuto altre soluzioni reidratanti. La precocità della somministrazione del plasma all’inizio della malattia è fondamentale per ottenere buoni risultati.
PlasmaLife Calf è quindi un farmaco di emergenza che l’allevatore può e deve sempre avere a disposizione: con il suo unico ed intrinseco contenuto di citochine, anticorpi e sistemi di difesa naturali va a potenziare la risposta immunitaria del vitello malato, mentre nel soggetto sano aiuta a prevenire l’infezione esplicando la sua funzione profilattica nei confronti delle enteriti.

L’utilizzo di Plasmalife Calf, riducendo la necessità di antibiotici, previene inoltre l’ingente problema dell’antibiotico-resistenza, la capacità dei batteri di resistere all’azione degli antibiotici e spesso di mutare in forme più aggressive. L’antibiotico-resistenza infatti, oltre a ridurre molto le aspettative di vita dell’animale e indebolire il suo sistema immunitario contro malattie future, provoca lo sviluppo di mutazioni batteriche e geni antibiotico resistenti, nocivi per l’uomo stesso quando utilizza prodotti di origine animale (es. consumo di carne, concimazione di vegetali con fertilizzanti animali etc).

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